Il balletto della Scala brucia
di passione "Mediterranea"

Una meditazione danzata sul Mare Nostrum.

Il balletto della Scala agli Arcimboldi per Mediterranea.3 aprile 2008. - Mauro Bigonzetti, romano, cresciuto come danzatore al Balletto di Toscana, a lungo direttore artistico dell’Aterballetto, oggi freelance e cinquantenne di successo, è certamente il coreografo italiano più conosciuto fuori dai patri confini. I suoi ultimi explot sono americani. Al New York City Ballet ha appena messo in scena con successo Oltremare, balletto che racconta storie di immigrati italiani in America. Per i Grands Ballets Canadiens ha realizzato una frizzante versione delle Quattro Stagioni. Nella seconda metà di aprile Aterballetto presenterà allo Châtelet di Parigi due suoi lavori: Cantata e Wam. Ora è la volta della Scala, che lo ha invitato per la quarta volta: agli Arcimboldi è andato in scena Mediterranea, balletto compatto, poco più di un’ora e mezza, una meditazione danzata sul Mare Nostrum, che Bigonzetti aveva realizzato molti anni fa per il Balletto di Toscana e che ora ha ripreso per gli scaligeri. Il mondo popolare del Sud, gli incroci di musiche, la fusion di culture sembrano ancora affascinare il creatore. Non sarà una novità, forse; al Mediterraneo, per dire, era arrivato prima Béjart con le sue Danze Greche, ma di sicuro questo è un pezzo di quelli che si vendono bene, piace al pubblico, diventerà un dvd prodotto da Raitrade. In più fa ballare, e molto, la compagnia. Insomma, se ne sentiva il bisogno.

Mediterranea, cioè tutte le culture e le musiche che si affacciano sul nostro mare mescolate a Mozart e a Ligeti: nenie Turche, ritmi maghrebini, singhiozzanti voci spagnole. Costruito come momenti di insieme alternati a passi a due, il balletto si dipana mettendo in risalto forza giovanile e bellezza, energia e velocità. È evidente che dietro le quinte c’è il Béjart che privilegiava la danza maschile. Qui Bigonzetti sa far muovere con uguale energia comparto maschile e femminile, ma è quando lavora con i soli ragazzi che l’invenzione coreografica da il meglio di sé. Si mettono in luce Maurizio Licitra, Riccardo Massimi, Beatrice Carbone. Costumi bianchi si alternano a rossi e a top e calzoncini neri. Mai lo stile classico è stato così lontano. Mediterranea si rivela una bella palestra di novità. Che il contemporaneo si addica agli scaligeri? Come dicono i vecchi marpioni, nel contemporaneo, a differenza del classico, se sbagliano non si vede.

Il cuore di Mediterranea pulsa all’unisono nelle esibizioni da maschiacci di Massimo Murru e Antonino Sutera. Murru, soprattutto, sembra aver trovato finalmente qualcuno in grado di mettere in luce non soltanto il coté oscuro e ombroso, ma anche le sue capacità acrobatiche. I due dispiegano formidabile atletismo mescolato a tenerezze mediorientali: la musica tradizionale turca aiuta molto. Prende piede così nel corso di tutto il balletto, ogni volta che i due si incontrano in scena, la descrizione di un’amicizia virile molto mediterranea, un continuo gioco affettivo a rincorrersi fra voglia di cedere e tenere duro. Una volta uno si lancia con forza e slancio nelle braccia dell’altro che lo afferra al volo, la volta dopo è il primo che si abbandona mollemente all’abbraccio del secondo. Ma si baciano i due, alla fine? Questo è un segreto che non vi sveleremo.


 

(La Stampa.it)