A un passo dal Sole
nel giorno giuliano n. 2.454.467

Appunti sul tempo, la terra e le stagioni.

2 gennaio 2008. - Benvenuti nel 2008, anno bisestile che va dal 2.454.467esimo giorno giuliano al 2.454.832esimo.

E’, questo, il numero dei giorni che sono passati dal mezzogiorno di lunedì 1° gennaio del 4713 avanti Cristo secondo il calendario giuliano prolettico. Il giorno giuliano fu ideato da Joseph Justus Scaliger, che lo introdusse nel suo libro “De computatione temporum” del 1583. Il periodo giuliano introdotto da Scaliger è di 7980 anni giuliani. Il Quello attuale, iniziato appunto il 1° gennaio del 4713 avanti Cristo, si concluderà nell’anno 3268, che pochi di noi vedranno.

Inutile complicazione? Al contrario, una semplificazione. Il giorno giuliano ha la funzione di fornire agli astronomi un sistema unitario di date che possa essere usato per lavorare con calendari diversi (cinese, ebraico, ortodosso, arabo etc.) e per unificare differenti cronologie storiche.

Non insisteremo sul fatto che il 2008 sia anno bisestile. La superstizione vuole che questa proprietà sia foriera di disgrazie. A essere concreti e razionali, è una (piccola) disgrazia per tutti i lavoratori dipendenti a paga mensile, che in febbraio dovranno lavorare un giorno in più per lo stesso stipendio, mentre è un affare per tutti gli imprenditori che, spendendo in salari la stessa cifra del febbraio del 2001, 2002 e 2003, avranno un giorno di produzione in più. Come al solito, ciò che per qualcuno va storto, per qualcun altro va dritto.

Invece di preoccuparsi dell’anno bisesto, i superstiziosi si consolino pensando che l’8, se ruotato di 90 gradi, è il suggestivo simbolo dell’infinito...

Nei primi giorni di gennaio – per essere precisi, può capitare tra le ore 21 del 1° gennaio e le ore 23 del 4 – la Terra passa nel punto della sua orbita più vicino al Sole, il perielio. In quel momento la distanza dalla nostra stella si riduce a 147.100.000 chilometri.

Il Rapporto PISA sulla preparazione degli studenti delle scuole medie superiori nei paesi dell’Ocse ci ha detto qualche settimana fa che dei ragazzi italiani uno su due non sa spiegare perché si alternino il giorno e la notte. Non ci stupiremo, dunque, se sono ancora in molti a credere che d’inverno faccia più freddo perché la Terra è più lontana dal Sole, senza pensare che, contemporaneamente, nell’emisfero australe è estate.

In realtà, a determinare le stagioni è l’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra rispetto al piano della sua orbita. Nell’emisfero Nord d’inverno fa più freddo semplicemente perché il Sole rimane sull’orizzonte per un tempo più breve e, anche a mezzogiorno, si alza di poco nel cielo. I suoi raggi, quindi, devono attraversare uno strato più spesso e denso di aria, perdendo energia. Al contrario, d’inverno nell’emisfero Sud, le giornate sono lunghe e il Sole culmina altissimo. Come è facile capire, la situazione si inverte sei mesi dopo: l’emisfero boreale vive la sua estate e l’emisfero australe il suo inverno.

L’inclinazione dell’asse terrestre è di circa 23 gradi e mezzo: quindi, nell’arco di un anno, l’altezza del Sole a mezzogiorno può oscillare di ben 47 gradi. Per la varietà della vita, è una fortuna che la Terra abbia l’asse storto.

Quando la Terra passa al perielio, raggiunge anche la massima velocità orbitale: 30,04 chilometri al secondo; quando passa all’afelio, il punto più lontano, tra il 2 e il 6 luglio, scende invece alla velocità minima: circa 29,54 chilometri al secondo. Questo fatto in molte persone, anche colte, desta meraviglia. Come mai la Terra stagionalmente, accelera e frena?

Basterebbe ricordare la seconda legge di Keplero (o meglio ancora la legge di gravitazione universale di Newton) per non stupirsi più: quando è più vicina al Sole, la Terra avverte un’attrazione maggiore, e quindi deve muoversi più rapidamente di quando ne è più lontana.

Tra perielio e afelio, la distanza Terra-Sole varia da 147 a 152 milioni di chilometri. C’è dunque anche una variazione nella quantità di energia ricevuta, ma non è rilevante rispetto all’effetto dovuto all’inclinazione dell’asse di rotazione. Tutt’al più la variazione della distanza Terra-Sole può accentuare il divario tra estate e inverno nell’emisfero australe, e smussare un poco la differenza in quello boreale.

In ogni caso, auguri, ovunque voi siate!

 

(La Stampa.it)