L'Umanità va verso
specie e sottospecie?
Secondo una inquietante ricerca di un professore britannico, fra 100 mila anni potrebbe avverarsi l'incubo descritto in un romanzo di Wells

2 gennaio 2007. - Uomo e superuomo. Una serie di inquietanti mutazioni genetiche propiziate da differenze socioeconomiche è destinata a spaccare l'Umanità in due specie. Anzi in una superspecie di uomini alti, magri, in salute e con una speranza di vita di 120 anni ed una sottospecie di uomini brutti, tarchiati e oltretutto poveri. Il tutto, fortunatamente avverrà fra centomila anni, secondo quanto prevede un serio studio di uno stimato professore della London School of Economics (Lse), Oliver Curry.

L'inquietante ricerca, alla quale buona parte della stampa britannica ha dato recentemente grande rilievo, sembra rievocare l'incubo prefigurato da H.G. Wells nella Macchina del Tempo dove ad una razza di privilegiati, gli Eloi, si contrappone una sottospecie di esseri infelici, i Morlocks. Ma quanto scrive Curry non è fantascienza anche se lo studioso colloca il suo cupo, sconfortante scenario tra mille secoli. In un futuro meno remoto, tra tremila anni, non ci saranno più razze -sostiene poi Curry- poiché la promiscuità interetnica avrà generato un'unica specie di uomini color caffè''.

Entro diecimila anni, poi, l'Umanità comincerà a pagare un prezzo molto salato alla sua eccessiva dipendenza dalla tecnologia e dalla medicina. Una situazione da cui potrebbe probabilmente derivare un indebolimento del sistema immunitario e una vistosa modifica nella fisionomia del volto umano dove il mento arretrerà a causa di una masticazione sempre più breve favorita da alimenti trattati, in particolare cibi precotti e inscatolati.

E' un aspetto di un fenomeno, chiamato "neotonia", che già è possibile osservare almeno in parte in alcuni animali, ad esempio nei cani che assomigliano ai lupi, loro lontani e selvaggi parenti. La dipendenza dalla tecnologia diventerà poi pressoché totale rendendo l'uomo simile ad un animale domestico, con una sensibile riduzione nella sua capacità di interazione sociale e una diminuzione nella percezione e nella manifestazione di emozioni, dalla simpatia all'amore, dalla fiducia al rispetto.

Ma l'orizzonte estremamente remoto in cui si collocano le cupe previsione del professore della Lse, osserva il Times, rende estremamente difficili le previsioni sull'evoluzione della selezione naturale. La ricerca è stata commissionata dal canale satellitare Bravo che, in una estrema e banale sintesi, ha definito il Rapporto sull'Evoluzione redatto dal professor Curry come ''la storia del buono, del brutto e del cattivo". Resta il disagio che questo tipo di ricerche evoca, la paura di un avvenire remoto ed ignoto, l'incubo delle due specie, delle due razze, di un ritorno ad un futuro forse già visto.

 

Dalla rivista NEWTON