Il nuovo stadio della Juve

È la prima società in Italia ad avere impianto proprio.

21 novembre 2008. - Cinque anni dopo lo scandalo Calciopoli la Juventus diventerà il primo club italiano d’elite a giocare nel proprio stadio, un impianto moderno che sorgerà nel 2011 con un’ispirazione "inglese", uno stile made in Italy ed un esborso di 100 milioni di euro da parte del club di Corso Ferraris.

L’impianto, che al momento non ha un nome né un’indicazione circa un possibile bando per i naming rights, è stato presentato presso l’Auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto di Torino. Il nuovo stadio della Juventus sorgerà nel quartiere Vallette ed a partire dalla stagione 2011-2012 sarà la casa dei bianconeri sostituendo lo stadio Olimpico. «Questa è una serata in cui proviamo orgoglio e emozione - ha detto Giovanni Cobolli Gigli, presidente dei bianconeri -. Orgoglio perchè si propone qualcosa di nuovo e importante per squadra, tifosi e società. Emozione perché sono entrato nel 2006 nel CdA della Juve, in un momento di grandi turbolenze con la squadra in Serie B, periodo da qui siamo usciti con grande dignità, senza mai perdere di vista che la squadra dovesse sfruttare l’opportunità di avere un nuovo stadio».

Sulla stessa linea d’onda anche l’amministratore delegato Jean Claude Blanc, che riferendosi alla sua esperienza ai vertici del club più titolato d’Italia ha parlato di «due anni importanti, ma difficili»: «Se ci troviamo a presentare il nuovo progetto con la squadra in Champions, vuol dire che abbiamo fatto un lavoro di squadra ed abbiamo creduto nella Juventus, nella sua forza e nella sua storia». Ricordando tutte le persone che hanno permesso alla Juve di risorgere - tra cui i 14 milioni di tifosi in tutta Italia, gli azionisti di maggioranza, in particolare John Elkann, ma anche i giocatori - Blanc ha sottolineato la fondamentale partnership con il comune di Torino per questo progetto. «Abbiamo cercato di lavorare in grande sintonia con la città. Lo stadio rappresenta anche una riqualificazione di una parte di essa. Abbiamo cercato di portare avanti un’idea vincente sia per la città che la Juventus». Nè Blanc né il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, presente al Lingotto, hanno fornito dettagli sulla partnership tra la Juventus e le autorità municipali.

Nella stagione 2011-2012, a soli cinque anni dal ritorno dalla Serie B e dal periodo più buio della sua storia, dovuto allo scandalo Calciopoli, la Juventus potrà quindi disputare le proprie partite interne in uno stadio futuristico nel design e nei servizi, uno stadio che, come ha detto Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, «permette alla Juventus di vincere lo scudetto» degli impianti sportivi. Uno stadio da 42mila 200 posti a sedere, senza barriere, pensato per le famiglie, da vivere sette giorni su sette, con accessi semplici, senza scale e senza barriere. La presentazione del nuovo stadio bianconero è stata l’occasione anche per ricordare l’importanza di nuove strutture per il calcio italiano. Il sindaco Chiamparino ha sottolineato l’importanza del «riportare il calcio ad una dimensione familiare, integrando lo stadio con altre strutture di socializzazione»: «Questo - ha aggiunto il primo cittadino - servirebbe più delle forze dell’ordine a eliminare la violenza dagli stadi».

Anche Giancarlo Abete, presidente della Figc, pone la luce sulla situazione stadi in Italia. «L’assegnazione dell’Europeo 2012 poteva essere un volano positivo per un problema reale, quello delle strutture sportive. Tutti all’estero, non solo l’Inghilterra, hanno fatto qualcosa sul versante delle infrastrutture e noi siamo indietro. Speriamo che la Juventus sia un’apripista in questo senso. Oggi siamo in mezzo al guado sul piano degli impianti sportivi - ha continuato Abete -, ma è importante che si riparta. Anche il nuovo Governo, lo ha ricordato Maroni pochi giorni fa, ha come priorità la questione degli stadi italiani». Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino non nasconde la sua soddisfazione: «In un momento in cui la situazione generale è quella che è, questa iniziativa è un’operazione di fiducia ed è bello sapere che ci sono imprenditori sportivi che credono nella Città e che investono risorse».

 

(La Stampa.it)