11 febbraio 2011. - Italia e Stati Uniti sono convinti che "la transizione in Egitto debba essere rapida ma che per portare il paese al voto prima debbano essere stabilite le regole altrimenti ci sarebbe il rischio di caos". È quanto ha spiegato il ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini, riferendo della telefonata avuta martedì sera con il segretario di Stato americano, Hillary Clinton. "Ci siamo salutati con questo concetto", ha spiegato Frattini ai giornalisti dopo l'incontro con il Ministro degli Esteri yemenita Abubaker Abdullah Al Qirbi, alla Farnesina.

Il colloquio con Hillary Clinton rientra nell’intensa attività diplomatica del ministro Frattini e del Mae, alla luce delle ripercussioni internazionali degli eventi verificatisi in queste settimane in Nord Africa, dalla Tunisia all' Egitto. La stabilità e lo sviluppo del Mediterraneo e del Medio Oriente, infatti, costituiscono una priorità della politica estera italiana. L’azione che si articola lungo due versanti: la consultazione costante con i principali partner internazionali ed il dialogo con gli attori regionali, nella convinzione che solo un approccio inclusivo può dare concretezza ed incisività all'impegno per la stabilizzazione dell'area.

Frattini ha avuto, nelle ultime ore, approfondite conversazioni telefoniche anche con il Segretario Generale della Lega Araba Amr Moussa e con Naguib Sawiris, membro del "Comitato dei Saggi", composto da dieci alte personalità della società civile egiziana. Nei giorni scorsi, Frattini aveva parlato con il vicepresidente ed il ministro degli Esteri egiziani Omar Suleiman e Ahmed Aboul Gheit, e con diversi altri protagonisti della regione, tra cui i Ministri degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita. Il Mae mantiene al contempo ai vari livelli un costante raccordo con i principali partner Ue, anche in virtù degli esiti del Consiglio Europeo.

Il dialogo con i Paesi della regione proseguirà anche la prossima settimana. Lunedì 14 febbraio Frattini si recherà in Giordania e verrà ricevuto dal Re, dal Primo Ministro, e dai Presidenti di Camera e Senato. I due Governi condividono la necessità di rilanciare il processo di pace israelo-palestinese, anche alla luce delle significative convergenze che legano l’Italia alla Giordania, protagonista essenziale del fronte arabo moderato.

Due giorni dopo, verrà inaugurato a Roma l'Anno della Cultura russa in Italia. Sarà l'occasione, per Frattini, di affrontare con il suo omologo russo Lavrov anche i temi mediorientali e il ruolo del Quartetto. E, infine, il 17 febbraio, Frattini riceverà a Roma il nuovo ministro degli Esteri tunisino Ounaies: con il nuovo Governo tunisino, l'Italia intende ribadire il suo impegno affinché l'Europa favorisca con misure concrete l'avvicinamento fra le due sponde del Mediterraneo.

 

(aise)