3 gennaio 2014 - Il calo dello
spread rappresenta «un ottimo inizio
di anno. È una tassa occulta in meno
per le famiglie e una base per
rilanciare l’economia». Commenta
così il vice premier Angelino Alfano
in una dichiarazione resa al Tg2, la
notizia del calo sotto la soglia
psicologia dei 200 punti base (199)
dello spread tra i titoli di Stato
Btp e i Bund tedeschi. È la prima
volta che avviene dal 6 luglio 2011.
Il minimo storico toccato oggi
arriva dopo settimane in discesa per
il differenziale decennale. Anche il
nuovo anno era partito con segnali
incoraggianti e ieri, sul finire
della seduta, lo spread si era
attestato a 203 , con il tasso di
rendimento scivolato sotto il 4%
(3,96%) per la prima volta da maggio
scorso. Il ministro delle riforme
Gaetano Quagliarello ha commentato
la notizia su Twitter: «La stabilità
paga, anche in euro!».
Molto bene anche il differenziale
dei vicini spagnoli, col divario tra
titoli decennali iberici e tedeschi
a 203 punti base col rendimento dei
Bonos giù al 3,96% e quindi in
perfetta parità con l’Italia.
Sui mercati azionari Piazza Affari
(-0,20%) riesce a contenere le
perdite grazie al boom di Fiat, che
segna un rialzo del 16%, dopo aver
rilevato il controllo totale di
Chrysler, mentre il recupero dello
spread non è stato sfruttato dai
bancari: Unicredit ha chiuso con un
modesto +0,09%, Intesa in calo dello
0,6%, Bp ha ceduto l’1,79% e Ubi
l’1,94%.
Insieme allo spread e a Fiat,
l’altra buona notizia per il
Belpaese arriva dai dati
sull’andamento del settore
manifatturiero. Nell’Eurozona
l’indice Pmi manifatturiero a
dicembre è salito ai massimi da due
anni e mezzo a 52,7 punti, segnando
il livello più alto da giugno 2011,
e quello relativo all’Italia ha
visto un’accelerazione a 53,3 da
51,4 di novembre, appena dietro la
Germania a 54,3 e davanti alla
Francia, dove il comparto resta in
contrazione, con un calo a 47 punti.
La soglia dei 50 punti fa da
spartiacque tra espansione e
contrazione del ciclo.
Le altre Piazze europee senza il
turbo Fiat scontano invece
pesantemente le prese di profitto e
anche il rallentamento dell’attività
manifatturiera in Cina, dove
l’indice Pmi è sceso a dicembre a 51
punti, toccando i minimi degli
ultimi quattro mesi.
Parigi lascia sul campo l’1,60%,
Francoforte l’1,59%, Madrid l’1,58%
e Londra lo 0,46%.
Nell’anno che si è appena concluso i
mercati azionari europei hanno messo
a segno un guadagno del 17%,
segnando il maggior rialzo dal 2009.
Secondo i dati Bloomberg, nel 2013 a
livello globale i mercati azionari
hanno visto un aumento esponenziale
di 9.600 miliardi di dollari.
(lastampa.it
/ puntodincontro.mx / adattamento e
traduzione allo spagnolo
di massimo
barzizza)
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