Tre italiani scalano il Gasherbrum II
per una via mai tentata prima

Karl Unterkircher, Michele Compagnoni e Daniele Bernasconi
hanno conquistato la vetta.

Il Gasherbrum II, alto 8035 m.22 luglio 2007. - Ce l'hanno fatta. Sono in vetta. Erano le venti, ora locale, le 14 in Italia, quando due italiani sono arrivati in cima per la via più difficile, la parete Nord, al Gasherbrum II, alto 8035 m. I due sono Karl Unterkircher e Daniele Bernasconi. Michele Compagnoni si è fermato a un centinaia di metri dalla vetta. La stanchezza ha preso il sopravvento. "Siamo in cima. Il tempo è bellissimo, vediamo la punta del K2", sono queste le prime parole di Unterkircher diretta telefonica dalla vetta della montagna al Comitato Everest-K2-CNR, che li ha seguiti da Bergamo passo dopo passo durante la salita.

I tre alpinisti hanno portato a termine quella che può essere considerata la più importante impresa alpinistica extraeuropea degli ultimi 10 anni. Nonostante che in questi mesi diversi italiani abbiano raggiunto la vetta di vari ottomila, l'impresa dei tre alpinisti è totalmente diversa dalle altre e le supera di gran lunga. Loro, infatti, hanno raggiunto la cima di questa montagna tracciando una via che non era mai stata percorsa da nessuno, superando anche un pilastro di roccia con difficoltà di quinto grado e uno spigolo di neve e ghiaccio alto oltre 2.000 metri. Nelle ultime ore di salita essi hanno dovuto battere molta neve fresca che ha richiesto una fatica improba.

"Siamo distrutti, spremuti come limoni", ha detto Unterkircher al telefono. "Siamo partiti dal campo base tre giorni fa, abbiamo fatto il pilastro. Siamo saliti in stile alpino (cioè senza l'uso di portatori e ossigeno)". Un'impresa d'altri tempi, proprio perché tutto è stato organizzato senza l'ausilio dei portatori, almeno dai campi più alti, e senza ossigeno.

Ora i tre stanno scendendo verso il campo base che raggiungeranno, salvo imprevisti, domani. Una linea diretta, quella tracciata dai tre alpinisti, bellissima per la sua linearità già individuata dagli alpinisti Agostino Da Polenza e Kurt Diemeberger nel 1983, che dal campo base avanzato sale come una linea continua fino alla vetta. In questi 24 anni vi sono stati vari tentativi per percorrerla, ma nessuno è mai stato portato a termine. Unterkircher, Bernasconi e Compagnoni sono partiti mercoledì dal campo base del versante Nord del Gasherbrum II e hanno raggiunto il campo 1. Ieri hanno proseguito attaccando il difficilissimo spigolo Nord fino a quota 6.700 metri, dove hanno bivaccato. E stamattina, prima dell'alba, sono partiti verso la vetta. La salita è stata difficoltosa, perché hanno dovuto aprirsi il varco tra una spessa coltre di neve fresca. Ma i tre fuoriclasse italiani hanno stretto i denti e dandosi il cambio a tracciare la via hanno raggiunto la cima.

Il Gasherbrum II, che è noto anche come K4, è la tredicesima montagna più alta della Terra e si trova nella catena montuosa del Karakorum. La vetta venne scalata per la prima volta l'8 luglio 1956 da Fritz Moravec, Josef Larch e Hans Willenpart, componenti di una spedizione austriaca.

 

(La Repubblica.it)

 

 

Erano quasi le 8 di sera sul versante nord del GII quando le voci sfinite di Karl Unterkircher e Daniele Bernasconi hanno comunicato l'emozione di una salita epica.

La sfida è stata vinta, un' altra impresa storica nel mondo dell'alpinismo è stata compiuta e quella che era rimasta una delle ultime pareti inviolate di un 8000 ha ancora una volta il sigillo di un'impresa tutta italiana. "Siamo in cima. Il tempo è bellissimo, vediamo la punta del K2", queste le prime parole di un esausto ma lucido Karl Unterkircher, in diretta telefonica dalla vetta del GII, a 8.035 metri di quota.

Unterkircher, Bernasconi e Compagnoni sono saliti in vetta dallo spigolo Nord, da una parete fino ad oggi inviolata. "Abbiamo scelto questa nuova via - racconta con concitazione Unterkircher - abbiamo improvvisato tutto quanto, anche il campo in parete, più o meno a 7000 metri". La gioia per un'impresa che entra, a pieno titolo, nella storia dell'alpinismo è tanta, nonostante gli sforzi enormi compiti dagli alpinisti. "Siamo distrutti, spremuti come limoni - continua l'altoatesino -. Siamo partiti dal campo base tre giorni fa, abbiamo fatto il pilastro. Siamo saliti in stile alpino".

"Lo stato d'animo è di una certa serenità - aggiunge Bernasconi - anche perchè per la discesa abbiamo ancora due o tre ore di luce. Sono abbastanza contento. Lo sarò appieno quando saremo tutti a casa".

Michele Compagnoni non è ancora arrivato in vetta, si trovava qualche decina di metri più in basso. "Michele è molto stanco - ha spiegato Bernasconi - infatti ora dobbiamo cercare di scendere il prima possibile. Quando ci raggiungerà decideremo da che parte scendere".

Agostino Da Polenza, ideatore e sponsor dell'impresa è stato informato dell'arrivo in vetta mentre era in compagnia di uno dei personaggi storici dell'alpinismo mondiale: Riccardo Cassin.

"Un bellissimo risultato! - ha commentato Da Polenza - Un sogno che si realizza dopo 24 anni. Avevo visto la parete nord del GII al rientro dalla salita alla parete nord del K2. E avevo promesso a me stesso che l'avrei salita per primo. La promessa l'ho mantenuta a metà: ho organizzato la spedizione, e sono riuscito a mandare in vetta questi splendidi alpinisti e amici. Avrei voluto essere a campo base per godere di questi momenti, ma va bene anche così. L'importante è che ce l'abbiano fatta e che la loro impresa mette un tassello importante nella storia dell'alpinismo".

Un "Bravi ragazzi! Il Gasherbrum è proprio una bella impresa" anche dal mitico Riccardo Cassin, classe 1909, che ha rivisto in loro lo spirito e lo stile della sua gioventù.

 

(NEWS Italia Press)